Di seguito l’articolo di Andrea Bonafede pubblicato sul Corriere della Sera di martedì 18 marzo.
Proger, ingegneria e arte Maxi-progetto a Riad
Rutelli alla guida della divisione. Un miliardo in Arabia Saudita
L’ingegneria che incontra l’arte. È questo l’obiettivo con cui Proger, gruppo di project engineering and management da oltre 200 milioni di euro di fatturato e 35 milioni di margine, ha deciso di inaugurare la divisione Art & Culture, nella quale confluiranno i progetti destinati a questo mondo. Una business unit che sarà presieduta da Francesco Rutelli, già vicepremier e ministro della Cultura del governo Prodi II, nonché sindaco di Roma dal 1993 al 2001.
La nuova divisione – che si aggiunge alle già esistenti Infrastrutture, Monitoraggio – Ispezione e Sorveglianza della rete Infrastrutturale, Building, Sanità, Energia e Security – nasce per rispondere in maniera organizzata ed efficace alle richieste di un mercato, come quello dell’arte e dalla cultura, che nell’immediato futuro potrebbe offrire notevoli opportunità.
Proger ha appena condotto un’attività importante in Arabia Saudita, essendo la società che gestisce per conto della Royal Commission for Riyadh City il progetto «Riyadh Art»: oltre un miliardo di dollari di investimenti che trasformeranno la città nel più grande museo a cielo aperto del mondo, con settecento opere di arte contemporanea. Un contratto che, per l’azienda italiana, vale go milioni di dollari. «Grazie a questa esperienza abbiamo capito il potenziale del settore, che prevediamo in espansione nei prossimi anni: oltre all’Arabia, anche Paesi come Cina, India, Sudafrica e Azerbaijan investiranno molto sulla cultura per aumentare il loro status e la propria influenza geopolitica», spiega Marco Lombardi, amministratore delegato di Proger.
«Soft power» è un concetto che ha guidato l’azienda non solo nella strategia di inaugurare una nuova business unit, ma anche nella scelta di chi la dirigerà. Un incarico affidato a Francesco Rutelli, fondatore e presidente del «Soft Power Club». «Abbiamo vagliato tanti profili, alcuni con una forte esperienza nel mondo dell’engineering, altri con conoscenze prettamente artistiche. Ma Rutelli era l’unico che fosse in grado di coniugare le competenze artistiche con una visione geopolitica globale e il più adatto a portarle ai nostri esperti di engineering e di arte», dice Lombardi.
Non a caso, Proger si trova su una linea di crescita proiettata all’estero, a partire dell’Arabia Saudita, Paese in cui è presente dal 2012 e che promette di sviluppare altri progetti artistici. A fine febbraio, l’azienda ha scelto di collocare proprio a Riyadh il proprio «Regional Headquarter», che coordinerà tutte le iniziative di Proger gestite nell’area Middle East e Nord Africa.