Il Venice Production Bridge, nell’ambito dell’80esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, è stato il palcoscenico per la presentazione di un film che ha toccato il cuore degli spettatori: “Stato di Grazia,” diretto da Luca Telese, ha debuttato ieri e ha ricevuto l’ammirazione sia del pubblico che della critica. Il film presenta una narrazione toccante di una storia di giustizia e umanità, e secondo le parole del regista, “non si tratta della solita polemica tra procure, garantisti e giustizialisti. Qui, abbiamo una storia che pone importanti domande, una sorta di quarto grado di giudizio – e per fortuna esiste – una domanda fondamentale: il sistema si può emendare?“
Il film racconta la storia di Ambrogio, un uomo coinvolto in un intricato processo legale che mette in discussione il sistema giudiziario italiano. Marco Lombardi, AD di Proger e Proger Smart Communication, con cui ha prodotto l’opera, ha affermato: “Nonostante io operi in un settore completamente diverso, quello dell’ingegneria, ho sentito il bisogno di dire sì a questo film, di supportarne la realizzazione, di dare fiducia ad Ambrogio anche quando tutti mi dicevano di no. Mi dicevano che stavo facendo una follia, che ero troppo esposto. È stato facile decidere di produrre il film, dopo il “lieto fine”. È stato molto difficile decidere di rimanere accanto ad Ambrogio dopo la condanna in terzo grado. E la cosa più bella che possiamo dire è che alla fine abbiamo vinto insieme”.
Il regista Luca Telese ha condiviso le sue riflessioni sulla produzione, mettendo in luce le sfide affrontate durante la realizzazione del film. Ha sottolineato come il processo creativo abbia forgiato un legame profondo tra il cast e la troupe, definendoli come “una sorta di famiglia allargata della democrazia”. Telese ha anche sottolineato l’importanza della giustizia sostanziale rispetto a quella formale, suggerendo che la vicenda di Ambrogio dimostra che il sistema può cambiare, offrendo speranza per un miglioramento della giustizia in Italia.
Una delle dichiarazioni più potenti è venuta da Giovanna Di Rosa, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che ha elogiato il film per la sua capacità di “rappresentare la giustizia come uno strumento per la pace sociale”. Ha sottolineato il significato profondo della parola “grazia” nel titolo, ribadendo il ruolo centrale della giustizia nel valutare il valore umano e nel concedere a ciascuno ciò che gli spetta.
Edi Rama, Primo Ministro dell’Albania, ha elogiato il film come “un’opera che incarna l’Italia della giustizia e che solleva importanti interrogativi sul ruolo dello Stato nella vita dei cittadini”. Ha evidenziato l’impatto emozionale potente del film, sottolineando che “tutti hanno lottato, ma alla fine è la giustizia stessa che ha fatto il miracolo”.
Anche Gianmarco Mazzi, sottosegretario di Stato per la Cultura, ha condiviso la sua reazione emotiva al film, definendolo uno “shock emozionale”. Ha sottolineato la complessità delle emozioni suscitate dal film, riflettendo la potente narrazione e le straordinarie interpretazioni del cast. “Ho provato commozione, ma ci sono stati anche dei momenti in cui ho provato rabbia e furia. Poi, quando è intervenuta la dottoressa, devo dire che c’è stata una catarsi bella e positiva”.
“Stato di Grazia” è stato definito come un film “quasi americano” da Alfio Bardolla, co-produttore del film con la sua società ABTG (Alfio Bardolla Training Group). La sua narrazione toccante e le riflessioni sulla giustizia e l’umanità lo rendono un’opera cinematografica che merita sicuramente di essere vista e discussa. Con un cast eccezionale e una regia ispirata, il film lascia una profonda impressione sulla natura della giustizia e della speranza. Non resta che vedere come questo film continuerà a influenzare il dibattito sulla giustizia in Italia e non solo.